Aumento dell’uso degli antibiotici e antibiotico-resistenza: l’emergenza silenziosa in Italia

Nel 2023, l’uso degli antibiotici ha mostrato un incremento significativo, con un aumento complessivo del 5,4% rispetto all’anno precedente, raggiungendo 22,4 dosi medie giornaliere ogni mille abitanti. Il dato presentato a Roma nell’annuale rapporto Aifa riflette la tendenza inversa rispetto al periodo 2013-2021, durante il quale si era registrato un calo dei consumi. Tuttavia, nonostante l’aumento quantitativo, la qualità delle prescrizioni resta un problema. Le prescrizioni di antibiotici a spettro ampio, che presentano un rischio maggiore di sviluppare resistenze microbiche, sono in aumento rispetto a quelle a spettro ristretto. L’Italia, con il 54,4% delle prescrizioni nel gruppo “Access”, rimane al di sotto dell’obiettivo del 65% stabilito dal Consiglio dell’Unione europea.
Differenze regionali e stagionali nell’uso degli antibiotici
A livello regionale, l’uso degli antibiotici continua a mostrare una forte variabilità. Il Sud Italia ha registrato consumi più elevati, con 18,9 dosi medie giornaliere ogni mille abitanti, rispetto alle 12,4 del Nord e alle 16,4 del Centro. Differenze che possono indicare l’inappropriatezza prescrittiva, influenzata anche dalle disparità nei sistemi sanitari regionali. Si è osservata la variazione stagionale nei consumi, con un incremento del 40% nei mesi invernali del biennio 2022-2023, ridottosi al 25% nel 2023-2024. L’aumento stagionale è spesso associato a un uso improprio degli antibiotici per trattare sindromi influenzali e parainfluenzali. Anche in età pediatrica, l’uso di antibiotici è in crescita, con una preferenza per le molecole ad ampio spettro nelle regioni del Centro e del Sud, segnalando un problema di prescrizioni inappropriate che necessita di interventi specifici.
L’impatto dell’antibiotico-resistenza sulla salute pubblica
L’aumento dei consumi di antibiotici è accompagnato da una crescita nell’antibiotico-resistenza. L’Escherichia coli, ad esempio, ha visto un aumento della resistenza alle cefalosporine di terza generazione dal 23,8% nel 2021 al 26,7% nel 2023. Nonostante un calo nei consumi di fluorochinoloni, l’antibiotico-resistenza dell’Escherichia coli è scesa solo al 34,1%. La Klebsiella pneumoniae, associata a infezioni urinarie, mostra una resistenza in crescita alle cefalosporine di terza generazione, passando dal 52,7% al 55,2% dal 2018 al 2023. La resistenza ai macrolidi dello Streptococcus pneumoniae è anch’essa in aumento, passando dal 20,3% al 26,2% nello stesso periodo. Dati che hanno confermato l’urgenza di interventi mirati per contrastare l’antimicrobico-resistenza, una minaccia crescente per la salute pubblica in Italia e in Europa.