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Ivermectina/albendazolo, dal Chmp parere favorevole per le infezioni resistenti

Il Comitato per i medicinali per uso umano (Chmp) dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha dato parere scientifico favorevole riguardo all’associazione ivermectina/albendazolo per il trattamento delle infezioni causate da diversi tipi di parassiti, tra cui la filariosi linfatica, malattia tropicale spesso trascurata. Ivermectina/albendazolo è indicato per l’uso in adulti, adolescenti e bambini di età pari o superiore ai 5 anni, per il trattamento delle infezioni da elminti trasmesse attraverso il suolo, causate da vari tipi di vermi intestinali. Si tratta di parassiti si diffondono in aree con scarse condizioni igieniche, attraverso il suolo contaminato da feci umane. Tra i vermi responsabili di queste patologie figurano gli anchilostomi, i nematodi, i tricocefali e Strongyloides stercoralis.

Indicazioni terapeutiche e impatto globale

Il farmaco è indicato per il trattamento della microfilariaemia nei pazienti affetti da filariosi linfatica. La malattia, nota come elefantiasi, compromette il sistema linfatico e può causare l’ingrossamento anomalo di alcune parti del corpo, portando a dolore, disabilità grave e stigma sociale. Ivermectina/albendazolo è specificamente destinato al trattamento della filariosi linfatica causata dal parassita Wuchereria bancrofti, responsabile del 90% dei casi a livello mondiale. Le infezioni da elminti trasmesse dal suolo sono tra le più comuni a livello globale e, secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), colpiscono 1,5 miliardi di persone, circa un quarto della popolazione mondiale. Per quanto riguarda la filariosi linfatica, l’Oms ha stimato nel 2023 che 657 milioni di persone in 39 paesi vivessero in aree a rischio, con milioni di casi di idrocele e linfedema.

Meccanismo d’azione e studi clinici

Ivermectina/albendazolo combina due sostanze attive: ivermectina, agente antiparassitario utilizzato per trattare varie infezioni, e albendazolo, antiparassitario ad ampio spettro impiegato contro numerosi parassiti intestinali. Entrambe le sostanze sono incluse nell’elenco dei medicinali essenziali dell’Oms. Quando somministrati insieme, ivermectina e albendazolo agiscono in sinergia: l’ivermectina colpisce i sistemi nervoso e muscolare del parassita, causando paralisi, mentre l’albendazolo ne interrompe il metabolismo e la produzione di energia. L’approccio duale immobilizza e uccide il parassita, migliorando l’efficacia del trattamento. La sicurezza e l’efficacia di Ivermectina/albendazolo si basano principalmente sui risultati di un trial clinico randomizzato di Fase II/III (Alive) con 1223 pazienti. Il trial ha dimostrato la superiorità della combinazione a dose fissa (Fdc) sia in dose singola che in regime di 3 giorni rispetto all’albendazolo somministrato da solo. I risultati del trial sono stati supportati da studi precedenti, come quello condotto in Mali e pubblicato nel 2010. Gli effetti collaterali più comuni includono cefalea, dolore addominale e aumento degli enzimi epatici.